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L'altra faccia di Modena

PREFAZIONE - Carlo Contini

Lo stile dell’'artista è qui completamente diverso da quello del suo primo libro "Sotto il segno di Modena: infatti le foto attuali si presentano “mosse”, di un mosso però che non ha eguali nelle foto mosse di altri artisti e, quindi “unico” e difficilmente ripetibile, che l’'autrice ha creato ed applicato alle foto dei suoi ultimi quattro volumi fotografici e che, crediamo, passerà alla storia dell’'arte moderna. Inoltre, il suo primo libro su Modena era incentrato prevalentemente su paesaggi e figure invernali, mentre in questo volume l'’estate esplode in tutta la sua fragranza, bellezza e luce: insomma Modena, che io conosco bene, mi ha stregato ancora una volta, prima di tutto coi suoi colori, poi con la duttilità con cui tratta la materia, che da corposa diventa fluida – oserei definirla quasi “in movimento”

PREFAZIONE - Cristina Castellazzi

Nelle istantanee di M. Pia Severi la banale e rigida realtà viene magicamente trasfigurata e assume quell’'infinitezza e indeterminazione che la sublimano; le tolgono materialità, pesantezza e inerzia e la elevano, attraverso l’'imprecisione dello sfumato, il vago e l’'indefinibile, verso una più alta percezione della sua misteriosa essenza.

Non l’'apparenza del reale, ma la sua più intima profondità è qui afferrata solo per un attimo e a noi offerta per un'’infinita interpretazione. E non ci si stanca di perdersi dentro questi vaghi contorni. Vaghezze che sollecitano i nostri sensi e la nostra mente a ‘sentire’ più intensamente, a vedere con gli occhi dell’'anima il nostro quotidiano tra queste sfumature di luci e colori che, deformando la realtà, la colgono molto meglio.

M. Pia Severi non mostra timori né tremori in questa sua coerenza di indagine. Fa scattare invece la sua sonda nel cuore stesso della normale vita cittadina e ci fa riscoprire davvero un altro volto della sua Modena.

L'artistico gioco, che l'’autrice ci propone, indaga con delicatezza e incanto il fondo antico della città e il presente modo di viverla, non limitandosi alla riproduzione di una via, un monumento, un balcone o un incontro in un locale, ma ‘rubando’ da quel soggetto un suo valore, una freschezza nuova, una dinamicità, una bellezza superiore… forse un messaggio che distrattamente non notiamo, perché non cerchiamo quasi mai di vedere le cose nel loro mistero e, quindi, nella loro poesia.

 

 


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