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Venezia è sogno

FRANCO VACCARI

Credo che uno dei soggetti più difficili da fotografare sia Venezia: peggio del Colosseo, o della fontana di Trevi, del cambio della guardia a Buckingam Palace o delle cascate del Niagara. Gli unici possibili elementi di novità nelle foto di questi luoghi sono le figure dei compagni che si stagliano in posa contro gli sfondi risaputi.Queste fotografie comunicano a chi le ha fatte un senso di malinconia che può arrivare allo sconforto perché sono la prova evidente della verità di quanto afferma Claude Levi Strass in Tristi tropici : Viaggi, scrigni magici piene di promesse fantastiche, non offrirete più intatti i vostri tesori .. Vorrei essere vissuto al tempo dei veri viaggi, quando offrivano in tutto il suo splendore uno spettacolo non ancora infangato, contaminato,maledetto . Viviamo nellepoca della fine dei viaggi.

Questa (Venezia), finalmente liberata dalle interpretazione stereotipate che l'avevano imbalsamata , si è manifestata con una freschezza del tutto inedita.

Bisogna dire che la Severi aveva già all'attivo un'esperienza simile che le aveva permesso di liberare limmagine di Capri, imbalsamata nei suoi stucchevoli clichè,consumata dai troppi sguardi e dalle troppe cartoline,dalla coltre di risaputo e di folclore stantio, restituendola ad una nuova, fragile autenticità.

La sorpresa, questa volta, è che le foto della Severi sembrano avere un legame molto relativo con il presente, ma lasciano che, attraverso loro, trapeli la grande tradizione della pittura veneta. Non si tratta di pittorialismo, che per essere tale dovrebbe accompagnarsi ad una precisa volontà dell'autore, ma di un effetto della realtà quando manifesta una dimensione magica. Questo ci ricorda l'affermazione di Shakespeare : Siamo fatti della stessa sostanza dei sogni. Affermazione abissale che ci tratteniamo dal sondare, limitandoci a farla echeggiare dentro di noi. Si, Venezia non è un sogno : è sogno è solo l'atmosfera che vi si respira a suscitare l'impressione di essere in una dimensione altra,ma anche le cose che vi sono rappresentate sembrano avere una consistenza onirica.

Sono foto che sembrano essere il frutto del massimo dell'istantaneità,contemporaneamente funzionano come sonde che pescano nel tempo,portando in superficie frammenti di quello che alla nostra troppo rigida ottica sembra passato. Non conosco altri esempi dove questo si sia verificato.

CARLO CONTINI

Venezia è Sogno vuole rivendicare un approccio unico e personalissimo alla ricerca fotografica.

Solo nel precedente succitato volume della Severi, finito di stampare nel giugno del 2008, ma girato (quasi fosse un film!) nei mesi di gennaio- febbraio, l'autrice inizia a mostrarci, come nel volume su Venezia, fotografie che io definirei, in senso metaforico, graffiate, quasi che lo strumento fotografico fosse dotato di artigli e lei li usasse a suo piacimento, sia per creare affascinanti effetti di striature parallele, sia per crearne altri, più tenui, di curvature a tutto tondo, ovvero cascate di semicerchi, grandi o piccoli , che sembrano quasi avvolgere in un abbraccio il soggetto fotografato.

Anche in Venezia è Sogno il graffio dell'autrice è la sua griffe ma qui assistiamo ad un ulteriore passo avanti di Maria Pia Severi: in un libro di così ampio respiro, accanto alle foto cosiddette graffiate, caratteristiche del suo stile ormai collaudato, ne troviamo accostate altre più nitide od evanescenti, ove l'artista, forse incantata essa stessa dal fascino della città lagunare, quasi sembra trattenersi dallo sconvolgere luoghi e persone o maschere che siano, per trattarle con una delicatezza insolita, da amante appassionata, a volte focosa e impetuosa, altre volte delicata e dolce, lasciando così intravedere, nellessenzialità, il loro aspetto primordiale, ma imprimendo comunque a tutte un tocco di poesia e, oserei dire, di magia.

 


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